Due nuove #CoseBelle a Torino

È da tantissimo che le #CoseBelle a Torino giacciono in una cartella del pc.
Succede sempre così: ti fai folgorare da quello che non ti è familiare.
Arrivi in una città ed è tutto esaltante, assaggi una combinazione di ingredienti e non smetti di urlettare d’entusiasmo, vedi nuovi volti e ti appaiono tutti belli.

Dopo due anni a Torino, mi entusiasmo di meno, e la giro ancora meno: lavoro al 90% solo su Milano, motivo per cui visito non quanto vorrei questa città. C’è che poi molte cose, cessata l’infatuazione adolescenziale, le vedi in un’altra ottica: oh sì, viva l’artigianato l’handmade, i plin, le pastiglie colorate e il cioccolato, ma poi?

Ognuno ha i suoi criteri, e il mio è che le masse mi hanno sempre annoiato: amo l’individualità, la persona che non assomiglia a nessun altro, la riflessione a cui nessuno è arrivato. L’oggetto che pochi portano, l’accessorio che fa di te quello che sei, il piatto da fotografare costruito da un designer che ambisce al massimo. Mi piacerebbe quindi che a Torino ci fosse molta più soggettività, meno conformismo e meno battesimi di folle adoranti rispetto a tendenze senza qualità, mentre qui molti lavorano tarandosi su quello che già piace, o che incontri il gusto dei più.

In questo post vi segnalo due indirizzi: uno fa un’ottima selezione di accessori, l’altro produce ceramiche molto carine e davvero resistenti.

Les Coquettes è un negozio che vende accessori e capi d’abbigliamento vintage d’ispirazione francese: da lì arrivano i miei orecchini con le rondini verde acqua che mi vedete spessissimo. In pochi metri quadri sono accatastati tantissimi oggetti, valigie d’epoca comprese, e l’invito alla scoperta è chiaro: per vedere tutti gli oggetti, bisogna aprire i cassetti e concedersi un po’ di tempo a esplorare. Prezzi amichevoli e selezione che premia l’artigianato di qualità.

Unomi è il laboratorio di Cristina Boselli, arteterapeuta, che in un negozio centralissimo ha aperto una seconda sede del suo laboratorio (finora in Corso Casale): lo spazio è immenso e l’impressione, entrando in questo locale, è che il modernariato cresca sugli alberi qui a Torino, o che esistono più persone del normale che hanno accesso a madie e marmi che altrove slogano la mascella per la meraviglia. Da Unomi potete trovare piatti, vassoi, tazzine e oggetti di impalpabile leggerezza: colori delicati, ispirazioni di mare e di acquerello e – nota per le sciure – lavabili in lavastoviglie. Per i torinesi: i piatti di Unomi li trovate anche al Consorzio. Il poggia tazze mi è costato 4 euro, il piatto ovale sui 10.


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