Cosa impari dal turismo, e anche un po’ da te stessa dopo due giorni di BTO 2016: qui il mio riassunto parziale.
Sono stata al BTO questa volta da addetto ai lavori: insieme a Explora abbiamo presenziato con uno stand e un panel, motivo per cui ho trascorso più tempo dietro lo stand che ad ascoltare i workshop. Qualcosa però ho colto, e ve lo racconto qui.
1. Airbnb is the new apple
Belong to anywhere è il motto di Airbnb, così spiega Mark Levy, Global Head of Employee Experience: durante lo speech si parla di percorsi di assunzione, di come vengono pensati gli uffici, delle modalità di lavoro. Se lavori in Airbnb non puoi fare a meno di sentire tua la mission dell’azienda: voler connettere le persone. È cultura aziendale, è il Why che evangelizza migliaia di persone e che rende desiderabile lavorare in questa azienda. Lavori qui se ti senti anche tu un po’ host, fai carriera – immagino – se aneli a essere un super host.
Per un attimo ho pensato alle vacanze di queste persone, a chi in un momento di tranquillità in ufficio vuole prenotare la sua prossima vacanza e non osa andare su Booking. Booking, che non è il male, non è solo un automatismo, ma è parte di un percorso: e invece no, you belong to Airbnb, altro che anywhere.
2. Turismo enogastronomico: ridateci la complessità
Prodotti, prodotti, prodotti: in diversi panel sul tema si presentavano siti e portali di prodotti tipici, ed eccellenze, e formaggi, vini, salumi. Poi c’è stato il panel di Insopportabile e Alessandra, che hanno parlato di cultura gastronomica – ottimo, begli esempi per chi è a digiuno di esperienza nel settore, quindi un livello ancora molto basic.
Turismo enogastronomico all’estero, relazione tra cibo e territorio, esperienze digitali: manca ancora un panel che porti la convergenza tra la complessità dell’esperienza gastronomica e turistica, possiamo portarlo l’anno prossimo?
3. Niente web, solo marketing
Dedicato a tutti quelli che hanno sperato che inserendo digital prima del loro job title fosse garanzia di una professionalità più integrata: non basta, riprendiamoci il marketing oltre ogni logica. Che è qualcosa che non può non piacervi, perché significa agire avendo in testa di raggiungere le vendite che vi servono per mandare avanti la vostra attività e capire subito se ci state riuscendo.
Gli esempi di Alessandra ed Enrico, la sensatezza di Giorgio: oggi il turismo – e non solo – può investire con consapevolezza. Con la concretezza di una cifra all’inizio e una alla fine: in mezzo, strumenti digital e testa da marketing.
4. A chi appartieni?
Ci sono tanti altri pensieri che mi galleggiano in testa, in questo mese appena iniziato, in questo anno che sta per chiudersi e in cui il turismo è entrato nella mia vita.
Ieri Rocco mi ha detto: tu non hai pace. Meno male, gli ho risposto. Sui diversi social ho modificato bio da qualche mese e ho scritto: mi sento a casa dovunque. Ascoltando lo speech di Airbnb ho compreso quanto profondo sia il mio senso del cambiamento: quando loro scrivono “Belong to anywhere”, indicando il guest che si sente a casa dovunque, io ho sentito risuonare dei gong un po’ in ogni parte del mio corpo. A chi appartieni?, a quale luogo, a quale casa, a quale lavoro?
Nel paese dove sono cresciuta è la domanda che si fa per indicare di chi sei figlia: a chi appartieni?
Sono stata con la testa sulle nuvole tutto il giorno, con i gong che continuavano a farmi eco, con la frase di Rocco che mi risuonava come il punto di vista possibile di chi, bene o male, vede nella persona che cambia una persona che si tradisce.
E la mia indole invece è quella del movimento: andare avanti e sentirmi a mio agio cambiando casa, città, lavoro e fermandomi dove rimango, divento, e mi rendo felice. Quando viaggio, quando lavoro, quando amo, io appartengo a me stessa, da quasi sempre, tanto di più negli ultimi anni: mi sento a casa dovunque.