Un 2016 senza ossessioni

11 del mattino: ho messo a marinare il pollo nello yogurt e lime per farlo al curry giallo per la cena di stasera. Mentre ieri mi mettevo la crema mani pensavo: chissà quante creme ho. Così le ho prese tutte e le ho contate. Questo è il risultato:

  • 5 creme mani
  • 8 creme per il corpo
  • 2 scrub corpo
  • 2 scrub viso
  • 4 sieri viso
  • 5 creme piedi
  • 3 balsami per capelli
  • 3 deodoranti
  • 4 tonici
  • 10 maschere per il viso
  • 3 shampoo

Se volete, è un conteggio che ha dell’ossessivo: parla di cura, certo, ma anche di accumulazione, di timore della carenza, di shopping compulsivo. L’atto stesso di contare denota un cervello predisposto ad affrontare certe realtà solo quando le ha ordinate secondo un proprio schema.

Una delle ossessioni più comuni è quella di danno, ossia «pensieri o immagini relative a potenziali danni a sé o ad altri, di tipo materiale, economico o emotivo, dovuti a proprie disattenzioni, leggerezze o mancanze, che solitamente innescano compulsioni di controllo».

Provate a pensare: commettete uno sbaglio a lavoro, cosa fate? Cercate una soluzione, addossate colpe, rimuginate incapaci di agire? Fate più shopping di quello che potete permettervi? Vi sentite incapaci rispetto a un compito scelto e studiate ambendo alla perfezione?

L’8 aprile del 2015 questo blog ha cambiato veste: ha smesso di essere il blog di una coppia, ha cambiato layout, palette di colori. Sono passati solo 9 mesi e già non mi rappresenta più.

Il 2015 è stato l’anno in cui ho realizzato che molti dei miei timori e ansie erano ossessioni: un processo che era cominciato mesi prima, che ho affrontato pienamente nel corso di un anno. Gli strumenti sono stati diversi, alcuni meno consapevoli: uno dei più efficaci è stato scrivere da un nuovo punto di vista, quello di chi ha accettato che la vita sia fatta di decisioni sì ma anche di reazioni emotive messe in ordine dal disincanto.

Mi è sempre piaciuto osservare, comprendo le persone anche se non mi dicono tutto, ma spesso quando questa osservazione si rivolge a se stessi si mitiga con una certa indulgenza, una pigrizia nel non voler cambiare che è sì paura ma anche condizionamento narcisistico.

Nel 2015 ho imparato a vedere, e a vedermi, con ferocia: è lo scarto tra chi si muove verso il mondo masticando un palloncino pieno di ego e chi si è un po’ scarnificato e ha compreso che un nuovo modo di vedersi, di raccontarsi e raccontare doveva fare a meno di almeno tre livelli di narrazione (la glorificazione dell’eroe, il tesoro come meta, l’approvvigionamento di armi di difesa).

All’inizio del 2015 non avrei mai pubblicato un post con una foto di trucchi senza che questi si ricollegassero al food, non scrivevo in questo modo. Avevo avuto delle perdite, che quest’anno si sono accentuate. Ho cercato cure, soluzioni, distrazioni.

Ma la cosa che più mi è servita è stata scavare, continuare a scrivere, fare pace con un disincanto che assomiglia a una certa maturità emotiva.

Credo che se le persone cominciassero a guardare se stessi con più distacco sarebbero più serene: prendere i propri difetti e non farne una croce, oggettivare la propria bellezza senza congelarla, nutrire le relazioni tra amici come relazioni tra amici ed esplicitare un secondo scopo, se sussiste.

Volersi bene perché c’è un gran bisogno di bene reciproco, non per una necessità di favori e di scambi. Giudicare quando serve, non per abitudine.

Non ci sono buoni propositi personali per il 2016, se non il desiderio di cambiare questo blog, che verrà soddisfatto appena avrò i soldi per farlo. Fino a quel momento metto in gioco l’accettazione degli errori, lo sguardo obiettivo verso le imperfezioni, la tensione emotiva degli atti di volontà, e vedo quel che succederà.

A voi auguro un anno in cui la consapevolezza faccia parte di un percorso onesto, nei vostri e negli altrui confronti: che possiate, se lo volete, migliorare nella direzione più equilibrata a cui ambite. Incanalando le ossessioni nell’energia che più vi si adatta.

Buon anno a tutti!

Iscriviti alla mia newsletter

Vuoi ricevere anche gli articoli del blog?

C'è Un commento

  1. Ringrazio Facebook di aver creato Salva Link. Ho avuto il tempo di leggerti con calma al di là del richiamo delle creme. Il 2015 non ti ha congelata. Sei in piena crescita e non c’è blog che possa starti dietro.
    Buon 2016 (non per abitudine) ma perché serve una voce come la tua.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.
Tutti i campi sono obbligatori.