Ricomincio dalla gioia

Io e Fabrizio ci siamo lasciati ormai da ottobre dell’anno scorso: per molti sarà una sorpresa, per alcuni meno. Dopo dieci anni di coppia, e quattro di matrimonio, ci siamo separati. Amici a parte, è una scelta che fino ad oggi non è stata resa pubblica, per rispettare la privacy di entrambi di fronte a un percorso difficile, delicato, incerto a volte. Continuiamo a volerci bene, a stimarci, a sapere che quello che siamo oggi è merito degli stimoli che ci siamo dati, degli appoggi e delle spinte che non sono mai mancati, della fame di cose belle, e nuove, che abbiamo alimentato a vicenda.

Non spiegherò qui i motivi di questa scelta, perché credo che ci sia un pezzo, e anche grande, di vita che non ha senso portare online, ma vi racconterò un’altra cosa, che riguarda solo me e che credo possa essere utile a tutte le donne, e uomini, che hanno visto cambiare la propria prospettiva all’improvviso.

Quando ti ritrovi da sola, in una città dove non hai ancora messo radici, con la tua famiglia di origine lontana a 1000km, la famiglia che hai scelto che è andata in frantumi, e un lavoro da freelance, perdere la testa è molto facile: all’inizio, mi sono sentita immensamente smarrita.

Mi chiedevo: perché? E: cosa devo cambiare perché l’amore possa tornare? L’incredulità è la prima reazione, e lì avviene la prima scelta: demolirti e demonizzarti trovando nella vita che ti sei scelta le cause della fine di un amore o lasciare che lo smarrimento si tramuti in accoglienza, in perdono, e in accettazione di quello che sei.

Io ho scelto di rimanerci nello smarrimento, di continuare a perdermi, continuando a sostenere scelte che andavano verso la mia serenità: ho reimparato nuove forme, perché continuavo a pensare che se anche quell’amore fosse finito io volevo continuare a essere felice.

Sembra un’infinita e ingenua ricerca della felicità, ma il punto è che in mezzo ai pomeriggi in cui pensavo che nulla valeva la pena, che l’unica cosa che volevo era il futuro che mi immaginavo fino a poco tempo prima, c’era una forza che strisciava fuori di me e che mi tirava per i capelli verso un mondo diverso: e diverso non significa per forza infelice, ma solo molto più incerto.

Ho deciso di andare in Thailandia a dicembre assecondando la mia pancia: sapevo che non volevo un Natale occidentale, che non volevo sentire le feste, che non volevo delle associazioni con quello che non avevo più. Ma andare dall’altra parte del mondo da sola mi ha dimostrato di nuovo che sapevo prendermi cura di me, e che volevo farlo. Questo è uno dei motivi per cui ogni volta che cucino thailandese mi riapproprio di me, di quella capacità di godere del presente che ho imparato solo ora.

Quando devi ricercare un equilibrio, non è detto che lo troverai nelle abitudini che fino a ieri ti tranquillizzavano: io ho cambiato tantissime cose negli ultimi mesi. Ho gettato via oggetti e abiti, ho cambiato dieta, ho cominciato a parlare con le persone per davvero, ho abbandonato quel pudore e quella riservatezza che mi hanno reso rigida col mondo (tanto sapevo che a casa c’era qualcuno di reale, con cui lasciarmi andare), ho rinunciato al perfezionismo, e ho mandato a quel paese chili di ansie.

Ho compreso che non sarebbe stato dalla testa che sarei guarita, ma da quello che avrebbe preso forma dal dubbio, dall’incertezza, dalla pancia, e dalla testardaggine: i primi due mesi del 2015 sono stati un incubo lavorativo (pure!), e in quel momento mi sono chiesta sul serio cosa fare. Quando hai un compagno, un appoggio, una linea di vita definita, i dubbi hanno una struttura più diafana, perché sono ammortizzati da una direzione comune, che non prevede grandi salti se non condivisi da entrambi. In quel momento, invece, io ero sola, e avrei potuto fare mille cose: partire, cambiare lavoro, trovare qualcosa di più sicuro.

E ho scelto di insistere, anche quando alcuni amici intorno mi consigliavano di trovare un lavoro da dipendente: so che lo facevano per il mio bene, che erano preoccupati per me. Solo che io non avevo (più) dubbi sulla mia possibilità di farcela: ho battuto nuove strade, ho fatto preventivi più certi, ho cercato nuovi clienti in nuovi modi. E ora, anche quello ha ripreso a funzionare.

Ora cambierò casa, e anche questo fa parte della necessità di spostarsi mentalmente da quel che si pensa di sé. Quando ti vedi con gli occhi dell’altro, quando hai smesso di chiederti se l’altro possa cambiare idea su di te, e sull’amore, forse disimpari a chiederti chi sei, e quanto vali: l’amore, spesso, contiene le risposte e assopisce le domande, perché nella sua forza, generosità, e degenerazione riesce a ovattare tutto nella tenerezza, e a demandare al futuro la risoluzione dei quesiti di oggi.

È un post lunghissimo, e credo uno dei più personali che io abbia mai scritto: ma d’altronde non potevo non raccontare questo passaggio, di blog e di vita, in questo spazio dove troverete tutte le tracce di noi e leggerete molto più di me, dal punto di vista umano, e professionale. Era ora di raccontare questo cambiamento, che attraverso il dolore mi ha portato a fare una scoperta bellissima: la gioia, infinita, di essere me.

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Ci sono 65 commenti

  1. Ho letto il post appena online e senza fermarmi. Ti ammiro per esserti raccontata con molta naturalezza condividendo un vissuto con chi ti segue. L’idea che cucinare thailandese ti porti ricordi molto positivi è l’immagine che più mi piace e non posso che augurarti in bocca al Lupo. :D Il giovane Ezio :P

  2. Che bellezza, viva i post personali come questo delicati e intimi al punto giusto. Io sono felice del tuo percorso e ti devo dire una cosa: mi piaci molto di più! :)

  3. Cavolo! Che bel post.
    Instilla tante domande che davvero vengono sopite dall’essere in coppia, e tu le racconti con estrema chiarezza.
    Grazie per la tua condivisione e generosità. In bocca al lupo! :)

  4. Ciao tu. Io ti penso tanto e certo, i pensieri positivi sono ottimi, ma io ti penso bene, perché so che sei una donna forte, una di quelle che sa come fare ad essere felice e fare cose belle in questa vita. Forse non ci credi, forse ti sentirai insicura o smarrita, ma tu fidati di te stessa perché lo sai eccome.

    Ti bacio. <3

  5. Come sempre Maricler. Chiara, sincera, determinata.
    Ho letto il post prima di cogliere i cambiamenti nel blog. Fai trasparire tutta l’energia che hai e che cerchi già dalla scelta dei colori.

  6. Avrei mille cose da dire dopo aver letto questo, ma nello stesso tempo mi trovo senza parole. Sono pochi mesi che ti seguo sul blog e sui social. Mesi per me molto difficili per motivi personali e non, mesi nella ricerca di definire una nuova realtà. Tu sei stata un’ispirazione fortissima. Tante volte ho cercato di studiare bene quello che hai fatto/fai. Non so se sia carino dire che ora, dopo aver letto questo pezzo così personale e delicato, ti trovo ancora di più d’ispirazione! Sono sincera, mi hai commossa.
    Tanti auguri per il nuovo blog, e sopratutto per la nuova te!
    Un abbraccio :)
    Saghar

  7. La tua nuova gioia di essere te stessa si percepisce in ogni parola e fa stare bene chi ti legge.
    Sei sempre stata bella, ora sei splendida.

  8. Grazie per aver condiviso questa tua parte di vita, grazie perché in alcune cose mi ci sono ritrovata e in altre mi hai “illuminata”. Buon tutto…te lo meriti!

  9. Ciao Maria Chiara, ti seguo su facebook e incuriosita sono venuta a vedere il nuovo blog, ho trovato un post molto personale che mi ha subito catturata. Il raccontarsi, aprirsi agli altri spesso è una sorta di terapia. Sicuramente il tuo è lo spirito giusto per affrontare questa situazione, poi i momenti “no” ci sono e ci saranno sempre, l’importate ritrovare e prendersi cura di se stessi. Buona vita nuova!

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