Sembra passato un secolo dal mio viaggio in Thailandia, eppure sono tornata meno di un mese fa. Andare dall’altra parte del mondo, da sola, per dieci giorni, ha avuto l’effetto di riallinearmi con una serie di elementi che negli ultimi mesi si erano rattrappiti: prima di tutto la voglia, e la capacità, di stare bene. La possibilità di individuare dei modi di essere felice dentro di me, a prescindere dal contesto.
Sì, certo: c’era Bangkok intorno a me, c’erano gli atolli, le stelle marine. Ma il vero viaggio è stato fermare la mia testa e aprire il mio cuore, soprattutto in quei momenti in cui quello che c’era intorno non mi piaceva: la vera sorpresa è stata la superfluità di condizioni che altrove sarebbero state determinanti per il mio umore. Ho imparato che con un po’ di coraggio, e la capacità di godermi il presente, posso stare bene più o meno dovunque.
Ho tenuto un diario durante il viaggio, e scrivevo così a Bangkok:
Ho scelto dei punti, delle tappe, ma poi ho stropicciato la mappa e lasciato passare i taxi. In giro con i miei piedi, facendo piccole cose che mi spaventavano: di fronte a ogni paura ho fatto così: ho osservato, mi sono fermata, ho fatto una pausa guardando, e mi sono detto «in qualche modo si farà». Ed è andata. Scomparire a me stessa oggi è stato quello che mi ha permesso di essere serena.
Scomparire, smettere di pensarsi, di giudicarsi. Dopo essere tornata da Kho Rok ho scritto:
Le cose sono cose: il mare, il cielo, il cibo, gli uccelli, le cimici, le altezze, i difetti della pelle. Possiamo scegliere di vederle da una prospettiva di ansia e allora le dirigeremmo verso un finale catastrofico. Ma diminuire le proprie paure si può.
Vedete: a 34 anni sono una persona che ha tante cose per cui essere felice, ma più di tutto conta la voglia e la capacità di esserlo. Viaggiare in un paese come la Thailandia in cui il caos vive nello stesso spazio della meditazione, dove una metropoli come Bangkok può esaltare ogni corda del tuo cervello e un luogo come Patong oscurare ogni cellula del tuo cuore, ha contribuito a farmi ritrovare un equilibrio che si può riassumere in: “smetti di fare proiezioni”.
So che magari non è il post sulla Thailandia che vi aspettavate, e che più di tutto volete sapere dove ho mangiato: seguirà un post anche su quello, oppure potete fare come ho fatto io. Perdetevi.
seguitò con attenzione! andrò a fine febbraio in Thailandia quindi “ruberò” spunti ed idee! ;)