Ricette per un anno da freelance: il mio libro in uscita domani

A marzo del 2013 sono diventata freelance, a giugno dello stesso anno ho partecipato al Freelance Camp di Marina Romea con uno speech sulle libere professioni del food: quell’anno Miriam Bertoli chiese ai partecipanti chi di loro volesse scrivere un libro e molti alzarono la mano.

Io non fui tra quelle.

Nel frattempo è uscito Gemme del Gusto e oggi 40k pubblica il mio primo libro come autrice, Ricette per un anno da freelance che sarà disponibile da domani in tutte le librerie online.

È un libricino agile, in formato ebook, per chi sta diventando freelance e non sa come farlo. O lo sa e ha paura di sbagliare. O ha sbagliato e non riesce a risollevarsi. È un libro per tutti, e anche per chi vuole lavorare nel mondo del food: l’ultimo capitolo è infatti dedicato a loro, con una serie di consigli da interna del settore.

Cosa è successo è qualcosa che non è facile da raccontare, ma ci provo, perché credo che al di là di tutte le strategie arrivi il momento in cui la trasparenza è necessaria.

Ho iniziato questo anno in maniera difficile, da diversi punti di vista: avevo pochi clienti, avevo paura, ero infelice, ed ero immobile. Il 2014 mi ha rovesciato addosso la stanchezza del 2013 e il primo bilancio dell’attività da freelance: sorpresa, non era positivo come avrei sperato.
Ma come, mi dicevo, ho lavorato tantissimo, non mi sono mai fermata, ho fatto le cose in modo giusto: dove ho sbagliato?

Ho cominciato a pensare in maniera martellante di non essere capace: di gestire i clienti, di trovarne di nuovi, di fare rete, di saper pensare e collaborare. Certo, stavo esagerando, la mia parte razionale lo sapeva: ma quella emotiva e immatura era serenamente determinata ad avere la meglio e così è stato.

Sono stati mesi di autocritica perfida nonostante i lavori stessero procedendo alla grande, i clienti fossero felici, colleghi e amici dimostrassero sempre la loro stima: continuavo ad andare avanti e andavo avanti, provando a sospendermi sopra me stessa per non farmi agganciare dai miei pensieri neri.

Poi, lentamente, ho capito, e l’ho scritto: “C’è chi considera gli sbagli come una specie di via salvifica all’evoluzione, e chi deve lottare per ammetterli e affrontarli, prima di tutto ribaltando l’immagine che ha di se stesso. Uno degli elementi più importanti dell’essere freelance è saper cambiare paradigma e il primo paradigma da cambiare, spesso, siamo noi.”.

E allora ho preso i miei sbagli, limiti, brutture, voracità e ci ho fatto la pace, smettendo di torturarmi: nel e per farlo ho scritto questo libro, mettendo in ordine sulla carta le cose esatte che ho sbagliato, quelle che avrei potuto fare meglio, quelle che ho imparato. Pensandole per chi si troverà in quella stessa situazione e non saprà come procedere, per chi si fa immobilizzare dagli imprevisti, per chi inizia e non sa dove andare.

Sarò felice per chiunque di voi lo legga e gli sia minimamente utile, per chi, leggendo quella riga, trovi un consiglio non richiesto o un conforto nella condivisione: intanto ringrazio Daria e 40K per questa opportunità, e per la genialata della scelta della copertina hotdog o cupcake.
Da domani il libro sarà disponibile in tutte le librerie online.
Che dire: accattativillo e datemi i vostri feedback.

E: ci vediamo al Freelance Camp!

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