Poco prima di venire a vivere a Torino, il mio amico Simone mi regalò questo libro, e sapendo quanto io sia appassionata di bei libri e di food mi dissi che avrei dovuto leggerlo subito, perché prometteva bene.
Poi c’è stato il trasloco, i primi mesi del nuovo lavoro, e non so come sia successo che non ho più letto per mesi. Nulla, a stento i giornali.
Qualche sabato pomeriggio fa ero sul divano, spulciando Instagram, quando sul profilo della mia amica Antonella è spuntata la copertina di questo libro, insieme a un’appassionata dichiarazione del tipo “non lasciarmi mai”: e va bene, riproviamo a leggere, tanto non ce la farò.
Ho trascorso un giorno e mezzo incollata al libro e al divano, ritrovando il piacere della lettura, e vorrei quindi condividere con noi questa scoperta editoriale (che tanto scoperta non è: leggete il post di GM).
La storia è la storia di Rose che avverte i sentimenti nel cibo che mangia: dalla torta al limone preparata dalla mamma in cui sente la sua inquietudine, al latte che riconosce come stanco, ai panini di cui mangia la rabbia.
Intorno a Rose, una madre che nasconde sentimenti paralleli, un padre introverso che si lascia andare al racconto in poche e preziose occasioni, il fratello Joseph, taciturno e al centro di episodi inesplicabili e George, amico e amore di una vita in crescita.
Se il cibo è il protagonista, è anche il compagno di viaggio di una storia autonoma da pretesti narrativi e che è prima di tutto bella da leggere: se di storia foodie si può parlare, lo si fa nei termini in cui, una volta finito il libro, si ha il desiderio di mordere una fetta di torta e chiedersi che sentimento ha.
Consigliato a: chi non ha voglia di un libro banale, alle ragazze che ancora ricordano il proprio amore adolescenziale, ai ragazzi che vanno incontro al proprio destino, alle persone che vorrebbero conoscere il sapore delle proprie sensazioni, a chi sa prendersi per la gola.
Pensa: il titolo del libro mi evocava qualcosa tipo “stare alla larga, please”. Dalle tue parole invece devo ammettere che mi ispira. I cibi evocano sentimenti, sensazioni e stati d’animo. Innegabile. E in questo momento mi sento proprio “una ragazza che va incontro al proprio destino”… Un saluto affettuoso
simona