Vademecum per un approccio intelligente ai foodblogger

Aiutatemi. Da un anno a questa parte, da quando il blog è cresciuto e si è fatto bello, fioccano da ogni luogo inviti a cene, conferenze, degustazioni, proposte di collaborazione: i giornalisti e i produttori hanno scoperto the fabolous life of foofblogger, ma non sanno sempre bene come gestirlo e come proporsi. Ecco, fatemi fare la maestrina, fatemi bacchettare urbi et orbi e lasciatemi dire che certe cose non se possono proprio vedè: tra il riso e lo sghignazzo, tra l’esasperazione e l’incazzo, permettetemi di stilare un piccolo vademecum per un approccio intelligente ai fooblogger.

Aiutatemi a completare l’elenco, mandandomi i vostri suggerimenti.

1. Per contattare un foodblogger devi conoscere il foodblogging

Non basta sapere che c’è qualcosa che si chiama web e che su questo (come si chiama, Cettina, aspè, l’avevo segnato da qualche parte), ah, su questo web c’è qualcuno che cucina e mangia. Vi prego: armatevi di tempo e pazienza, o assumete qualcuno che abbia entrambi, e prendetevi la briga di leggere almeno una decina di foodblog per almeno una decina di giorni. Tutti i giorni. Così, per una prima infarinatura

2. Termini

Un blogger scrive un post, l’elenco dei blog che il foodblogger segue si trova sulla blog roll, i feeds sono il modo con cui ci si mantiene aggiornati sugli ultimi post pubblicati dagli amici blogger. Un commento è quello che il lettore del blog lascia dopo aver letto un post.

3. Il foodblogging si regge sul contatto umano

C’è poco da dire: non siamo colleghi, ma persone che si conoscono e che hanno una passione in comune. Per entrare in contatto con noi, non ci trattare come un guazzetto di pr in umido: molto meglio considerarci un circolo di pescatori anonimi, mostreremo sempre orgogliosamente la nostra trota. Pertanto: quando mi mandi un comunicato stampa con preghiera di pubblicazione, visto che sono umana e che sono almeno un minimo smanettona per avere un blog, ti prego di presentarti e di usare uno, anche due link nella tua mail. Che va bene essere spersonalizzati e brontodigitali, ma o entri nel web con i mezzi per farlo, o mi mandi una letterina vergata a mano dagli scribi altoatesini.

4. Basta col chiedere lo scambio di link

Davvero: andava bene negli anni Ottanta, ora non se ne può più. È poco elegante, e ignora la regola elementare per cui un blogger è libero di fare quel che vuole all’interno del proprio blog: se voglio inserire il link all’associazione per salvare le unghie spezzate delle shampiste cosentine, sono libera di farlo. Se vuoi mettere il link al mio blog, fallo e punto.

6. Se mi scrivi per chiedermi un favore, fallo in maniera carina

E poi, non avanzare mai richieste che facciano emergere la tua ignoranza in tema foodblogging, tipo: mi dai le mail dei tuoi colleghi blogger? A. C’è una cosa che si chiama privacy. B. C’è un’altra cosa che si chiama “vattele a cercare”. C. Vedi sopra: non sono miei colleghi.

7. Nella rete bisogna imparare a conoscere la rete, a farsi le ricerche da soli.

Se vuoi un suggerimento amichevole, ben venga: se vuoi che io sia la lampadina che rischiari il buio dell’ignoranza che risiede dentro di te, almeno pagami.

8. Effetti speciali sì, ma con classe

Non è detto che visto che siamo nel web, con il suo infinito potenziale, puoi inventarti proprio qualsiasi cosa: vuoi invitarmi a cena? Ok. Ma se per venire a questa cena devo portare un frutto strano, che verrà utilizzato in una cena metafisica, con intrattenimenti che spaziano dai fenicotteri che fanno la ruota ai gatti che suonano il clavicembalo, durante la quale verranno distribuiti gadget incomprensibili con cui gli sponsor della cena si faranno belli con i propri clienti, la cosa comincia a farsi tortuosa. Va bene i mezzi della rete, ma così ti rendi ridicolo:

9. Gratis non si lavora

Non puoi chiedermi qualsiasi cosa aggratis, sono un blogger, sono libero, ma mangio anche io come te. Uguale uguale.

E ora tocca a voi!

 

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Ci sono 31 commenti

  1. Fantastico! questo vademecum è completo! santa subito Maricler! in questo momento non saprei cosa aggiungere. Tra tutti la richiesta di scambio link è quella che ho sempre odiato di più. Qualcuna mi ha reso più acida di uno yogurt scaduto! Baci baci

  2. Fermo restando che condivido parola per parola e che provvederò a condividere questo post in tutta la blogsfera, mi domando se davvero tutti i foodblogger la pensino come te (noi) o se come al solito questo tuo pensiero venga condiviso solo da una stretta minoranza.
    Se le proposte continuano (il che vuol dire che hanno iniziato, hanno avuto successo e ora appunto ‘continuano’) ad arrivare in maniera ignorante e cafona, si vede che fino ad oggi hanno aottenuto risultati. E che di gente che si svende pur di apporre un nuovo bollino nella propria collezione ce n’è in abbondanza.
    E la cosa mi fa sempre più schifo.

    MI rileggo e mi rendo conto di essere andata fuori tema, ma mi domando sempre di più con che gente abbiamo a che fare (e per gente intendo sia quelli dalla “mia parte” che quelli dall’altra).

  3. Well done, Maricler! Sarebbero regole minime di buonsenso, ma niente è ovvio (tanto meno il buon senso) quindi benvengano le ricapitolazioni for dummies, soprattutto in materia di Netiquette 2.0., nella speranza che qualcuno ci si imbatta.

    Anzi ci prepariamo un pdf da inoltrare al bisognoso di turno? :)

    Io da poco ho ricevuto una amena richiesta in cui mi si ribattezzava simpaticamente Roberto. Lo so, le mie fattezze androgine possono trarre in inganno :D

  4. Condivido. E condivido quanto dice Virginia, probabilmente ci sarebbe bisogno anche di un vademecum per foodblogger. Ma siamo troppi e tanti che la pensano diversamente. Finchè ci saranno blogger che si sentono onorati a scrivere, dare foto, collaborare in altri modi AGGRATIS, credo che l’approccio sarà sempre lo stesso.
    Io sono rimasta allucinata da un’agenzia che proponeva di scrivere post sponsorizzati a 5 euro l’uno. Tariffa che può aumentare con il numero di visite al post. What??
    Ma in fondo lo facciamo per hobby e nel tempo libero no? Basta anche, care aziende, a riempirsi gratis i siti con i contenuti dei blogger. Che siano articoli o foto.

  5. Sante parole, sia le tue che quelle di Virginia che di Alex, non saprei nemmeno su quale aspetto puntare maggiormente il dito… altro che proporre ulteriori argomentazioni!

    /A proposito, credo che questo sia il mio primo commento sul tuo/vostro blog. Piacere :)

  6. ai punti 4 e 5 mi sono scompisciata :D
    lo scambio link poi è una cosa veramente penosa. pensa che una volta una tipa m’ha chiesto di essere inserita nella mia blogroll e che avrebbe ricambiato solo quando sarebbe stata famosa.
    ancora rido.
    condivido tutto, e aggiungerei: evitiamo tutti, sia noi che “loro”, di prenderci troppo sul serio :)

  7. Maricler, fantastico :) non parliamo dello “scambio link” che mi si rizzano i peli solo a leggerlo ( e a ricordare quanti lasciano un commento con questa speranza).

    io aggiungerei dunque:

    Evitate di scrivere per esteso, a fine commento, l’indirizzo dei vostri blog. Perché se siete registrati, facendo CLICK sul vostro nick – in caso ne avessimo voglia – verremo comunque reindirizzati al vostro blog.

  8. Cara Maricler, non ho suggerimenti da darti, hai scritto tutto tu Aggiungerei solo che quando si invia una mail sarebbe il caso di ricordarsi di personalizzare l’intero testo, non solo l’intestazione: sono stufa di leggere “Care Lisa e Giovanna…. se sei interessato” O_____O
    Poi vorrei che qualcuno mi spiegasse perché dovrei pubblicizzare un libro se non l’ho nemmeno mai sfogliato. Ma il primo posto nella top delle odiose rotture resta monopolizzato dalle richieste di scambio link. Non rispondo nemmeno più ed è un ottima ragione per non linkare mai, nemmeno in futuro, nemmeno se il blog mi piacesse, chi ne fa richiesta. E’ così difficile da capire?

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