Penso di essere l’ultima a parlarvi dell’evento blogger organizzato da Kraft e Mindshare presso il Teatro7: ne hanno ampiamente parlato le magnifiche foodblogger che hanno partecipato con entusiasmo, con le proprie ricette e con bellissime foto. La giornata è stata davvero magnifica, un’occasione per cucinare insieme, per conoscersi, e soprattutto (almeno per me) per vedere dal vero Viviana Lapertosa, già autrice di Finger Food, cuoca a domicilio, “cuoca che scrive” (cit.) e che si è rivelata splendida, appassionata e preparata.
La Lapertosa ha “giocato con il cibo e le ricette”, come ama fare, rielaborando i grandi classici della cucina italiana e internazionale, proponendo tra l’altro un panino che si presentava in maniera improbabile (toast, sottilette, burro di arachidi, banane, e il tutto fritto) e che invece si è rivelato una golosità decadente da paura: i bloggers hanno poi proposto e cucinato le loro ricette, tra cui il toast pizza di Daniela, il cous cous di Elga, la frittata Belfagor di Laura, le patate di Paola, i tortini di Francesca e molte altre ricette. Il tutto, va detto, con le sottilette.
Ora, al di là del plauso meritato che va alla Kraft e alla Mindshare per aver organizzato un evento in cui le persone, l’ospitalità e la convivialità sono state in primo piano, un evento in cui il marketing era lo scopo, ma era un marketing umano (e qui cito FrancescaV) come non si era mai visto, vorrei spendere un altro paio di parole sulla questione della pubblicità nei blog.
Sono passati circa due anni in cui, dalle pagine di questo blog, azzannavo i bloggers che si davano alla pubblicità, e nello specifico caso alla pubblicità della pentola a pressione Lagostina (tra cui, va detto, la povera Sandra di UtDz, conosciuta proprio durante l’evento della Kraft, che ho martoriato in tutti i modi per questa storia della Lagostina, e questo è un mea culpa pubblico): sono cambiate molte cose durante questi due anni, tra cui l’idea che ho del legame tra il blog e la pubblicità.
Molti blog hanno cominciato a esporre loghi di aziende, a utilizzare i prodotti delle stesse, a essere sponsorizzate da questo o da quell’altro marchio nelle raccolte di ricette per proporre un premio in prodotti di quello stesso marchio, e questo, almeno per quello che vedo in giro e per il modo in cui ho interpretato la cosa, non ha snaturato nessuno dei blog che ha fatto pubblicità, e ha sicuramente aperto una nuova strada nel mondo dei foodblog.
Il fatto che un marchio enorme come Kraft abbia scelto di veicolare la sua immagine anche attraverso il racconto di una decina di blog, che aziende come la Whirpool regalino forni affinché i blogger li utilizzino per creare delle ricette, che la Silikomart spedisca i suoi stampi di silicone alla blogosfera intera, che le Tamerici, Esperya e molti altri si propongano come sponsor, significa due cose:
- che i foodblog, beghe interne e antipatie nascoste a parte, sanno raccogliere consensi, un pubblico affezionato e un’immagine positiva dei prodotti che propongono;
- che siamo la nuova frontiera del viral marketing e del marketing in genere, e che più passerà il tempo più saremo sommersi di proposte pubblicitarie e di collaborazione con questo e quell’altro marchio. Prima o poi la bolla si sgonfierà, ma prevedo una buona ondata nei mesi a venire.
Un esempio lo possiamo vedere già adesso nelle raccolte: un tempo si chiamavano meme, si sceglieva un tema, come “i biscotti”, e raccoglievamo le ricette di biscotti, pubblicate poi in un file liberamente accessibile. Lo scopo della raccolta era la raccolta stessa. Ora quasi più nessuno usa la parola “meme”, e una buona percentuale delle raccolte ha come scopo (ultimo, secondario o che si dica, ma ufficialmente lo scopo è quello) quello di vincere un premio, che sia un libro, un pacco di spezie o delle chicche gastronomiche magari non facilmente reperibili. Rispetto a prima, proporre un premio, un concorso, invece che una raccolta sembra essere diventata la norma. Si potrà proporre una raccolta senza un premio, o sarà un obbligo far vincere qualcosa?
Più in generale, e questo lo chiedo a voi: lusinghe a parte, è giusto porre un limite alla proposta di pubblicità da parte dei blog? Qual è la direzione verso cui si sta andando: un nuovo modo di fare televendita? Un mondo dei foodblog sempre più professionale? Accetteremo di fare pubblicità a qualsiasi cosa in cambio di una lavastoviglie? (io sì, se qualcuno mi legge, sappiatelo).
Dicevamo prima che le aziende stanno cominciando a capire l’efficacia del marketing quando passa da un foodblog, per la sua capacità di veicolare un’immagine positiva del cibo e del modo di prepararlo, grazie all’attenzione di molti bloggers a temi come la stagionalità, la qualità dei prodotti, la ricerca di buone materie prime: ci sono dei prodotti che non pubblicizzereste mai, pena la perdita di questa immagine positiva? Pubblicizzare prodotti industriali squalifica l’immagine di un foodblog?
Per ora non ho nessuna risposta certa a queste domande, vi va di parlarne insieme?
Normalmente faccio pubblicità ai prodotti tipici artigianali senza bisogno di essere retribuito. I blogger non dovrebbero farsi problemi a pubblicizzare delle aziende ma bisogna capire se il prodotto è in linea con l’impronta dell’autore. Sicuramnete le sottilette sarebbero fuori luogo sul mio blog e non mi sognerei mai di proporle…
A meno che quelli della Kraft non mi facessero una proposta indecente! Eh!